Cerca nel blog

giovedì 21 aprile 2011

Il Cireneo

I giorni della Passione.
Gesù si avvia consapevolmente all'esito del  proprio destino umano per dare anche a noi la sua stessa dignità.
Nell'ultimo tragitto verso la morte può darsi che le forze iniziassero a mancargli, e allora i soldati fecero caricare il palo della croce ad un passante qualsiasi: un tale Simone, originario di Cirene.
Un ebreo della dispersione seguita alla conquista babilonese; ritornato  a Gerusalemme, non sappiamo né da quanto né perché, dall'Africa del nord.
Di Simone il cireneo fanno cenno sia Matteo che Marco e Luca per cui, considerato il contesto in cui egli appare, l'episodio dev'essere avvenuto proprio come narrato.
Simone non si offre spontaneamente di aiutare il condannato, anzi; i soldati romani lo prendono d'autorità, forse perché di corporatura robusta e con la faccia da profugo che non avrebbe fatto storie.
Senza probabilmente neanche sapere chi fosse Gesù, da quel momento il suo nome resta indissolubilmente legato al Cristo come quello dell'uomo che ne ha alleviato un poco la pena dell'ultima ora.
Pensiamo che questo gli sia stato accreditato a merito dal Padre.
Pur se "requisito" dalle forze d'occupazione, ha comunque fatto la sua parte.
Anche noi, non sempre quando facciamo del bene ne abbiamo la piena consapevolezza.
Proprio come Simone di Cirene, profugo dalla Libia orientale, forse uno sradicato per tutta la vita, ma pur sempre in grado persino di aiutare il Salvatore.
Di lui non sapremo più nulla, anche se è molto probabile che Alessandro e Rufo, esponenti della prima comunità cristiana, fossero suoi figli.
Ma quello che di lui sappiamo ci basta.
Simone il profugo libico, col viso cotto dal sole d'Africa.
Quante volte anche noi saremmo felici di averlo accanto per aiutarci a portare la nostra croce.

pastori e magi
censimento fatale
bisognosi 
cartolina da Lourdes
le meraviglie della fede 
da Roma a Macerata (Pamela)

Nessun commento:

Posta un commento