Ricordo, un milione di anni fa, una signora che guardava la TV (Domenica In di Corrado) mentre il marito giaceva morto nella stanza accanto.
Ero molto giovane e giudicai che quell'atteggiamento fosse spregevole.
Ogni tanto ci ho ripensato, ogni volta con una sfumatura di disprezzo via via più lieve, e oggi mi sono rappacificato con quell'episodio.
Oggi credo molto nella compassione e nella misericordia.
Compassione e misericordia per chi ci lascia e per chi resta.
Non voglio dire che tutto sia indifferente.
Ci sono vittime e ci sono colpevoli, il nostro personale giudizio e la giustizia devono fare il loro corso, ma temperati, nell'intimo di ciascuno, dalla consapevolezza della fragilità che tutti abbiamo.
Quella fragilità che, in determinate circostanze, avrebbe potuto e potrebbe ancora spingerci a commettere gli stessi errori che, con superficialità ed atteggiamento manicheo, consideriamo imperdonabili negli altri.
La fragilità è un bene comune, non dimentichiamola.
la memoria e il furore
puri e spietati
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