Se mi avessero salvato dal carcere, commutandolo in pena pecuniaria, penso che ringrazierei il cielo e me ne starei buono buono a godermi un lavoro tranquillo e gioie casalinghe.
Ma anche se fossi così temerario da continuare ad espormi pubblicamente, eroicamente correndo gli stessi rischi che mi avevano portato ad essere imputato e condannato, sono sicuro che di una cosa non parlerei mai più, su di una persona non mi esprimerei più.
Non c'è un obbligo morale di dire tutto quello che si pensa su tutto.
Al contrario, esiste una forma di pudore e di rispetto per gli altri che ci impone talvolta di astenerci dal dire a tutti i costi la nostra opinione.
Invece vi sono uomini così sicuri di sé che non dico esprimere imperitura gratitudine al Capo dello Stato, ma neppure un pudico silenzio ritengono di dover osservare.
Forse qualcuno dovrebbe essere salvato da se stesso oltre che dal carcere.
diffamazione a mezzo stampa
si invocano leggi più severe
(blog di Enrico Isopi da luglio 2009) - Il risultato di studi, approfondimenti e riflessioni può essere un valido modello per la vita sociale od individuale solo se comprensibile a chiunque.
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mercoledì 4 settembre 2013
martedì 3 settembre 2013
Bisogni E Meriti
Riprendo un argomento che mi sembra essenziale, quello dei “privilegi”
che le nostre leggi accordano al lavoratore rispetto a quello che ho chiamato “cittadino
semplice”.
Ah scusate, prima del lavoratore vanno sempre accontentate le
banche, ma assolto questo doveroso ossequio, io insisto.
Al primo posto nella ripartizione della ricchezza, in una
comunità civile, non ci può essere il criterio dello status sociale (e ho dei dubbi
anche sulla cosiddetta meritocrazia), ma solo la considerazione dei bisogni della persona.
Senza distinzioni di nessun tipo, ad ogni cittadino vanno
garantiti il mangiare, il vestire, l’alloggio, l’istruzione e la sanità, non
importa che si sia o meno lavoratori, vecchi, giovani o altro.
Certamente vanno anche garantiti in misura dignitosa, comunque adeguata
alla ricchezza complessiva della nazione.
Non voglio qui proporre medie
aritmetiche, ma mi limito a ricordare quel che diceva uno dei pochi industriali
illuminati che abbiamo avuto, Adriano Olivetti, secondo il quale il rapporto fra
lo stipendio più alto e quello più basso non doveva essere superiore a 10, e mi sembra sufficiente.
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