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mercoledì 4 settembre 2013

Commutato

Se mi avessero salvato dal carcere, commutandolo in pena pecuniaria, penso che ringrazierei il cielo e me ne starei buono buono a godermi un lavoro tranquillo e gioie casalinghe.

Ma anche se fossi così temerario da continuare ad espormi pubblicamente, eroicamente correndo gli stessi rischi che mi avevano portato ad essere imputato e condannato, sono sicuro che di una cosa non parlerei mai più, su di una persona non mi esprimerei più.

Non c'è un obbligo morale di dire tutto quello che si pensa su tutto.

Al contrario, esiste una forma di pudore e di rispetto per gli altri che ci impone talvolta di astenerci dal dire a tutti i costi la nostra opinione.

Invece vi sono uomini così sicuri di sé che non dico esprimere imperitura gratitudine al Capo dello Stato, ma neppure un pudico silenzio ritengono di dover osservare.

Forse qualcuno dovrebbe essere salvato da se stesso oltre che dal carcere.


diffamazione a mezzo stampa

si invocano leggi più severe

martedì 3 settembre 2013

Bisogni E Meriti

Riprendo un argomento che mi sembra essenziale, quello dei “privilegi” che le nostre leggi accordano al lavoratore rispetto a quello che ho chiamato “cittadino semplice”.

Ah scusate, prima del lavoratore vanno sempre accontentate le banche, ma assolto questo doveroso ossequio, io insisto.

Al primo posto nella ripartizione della ricchezza, in una comunità civile, non ci può essere il criterio dello status sociale (e ho dei dubbi anche sulla cosiddetta meritocrazia), ma solo la considerazione dei bisogni della persona.

Senza distinzioni di nessun tipo, ad ogni cittadino vanno garantiti il mangiare, il vestire, l’alloggio, l’istruzione e la sanità, non importa che si sia o meno lavoratori, vecchi, giovani o altro.


Certamente vanno anche garantiti in misura dignitosa, comunque adeguata alla ricchezza complessiva della nazione.

Non voglio qui proporre medie aritmetiche, ma mi limito a ricordare quel che diceva uno dei pochi industriali illuminati che abbiamo avuto, Adriano Olivetti, secondo il quale il rapporto fra lo stipendio più alto e quello più basso non doveva essere superiore a 10, e mi sembra sufficiente.