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domenica 18 febbraio 2018

Elezioni 2018 - I: Le Difficoltà Elettive

Parecchi sondaggi analizzano le tendenze elettorali per il prossimo 4 marzo, anche considerando le differenti fasce d'età (*) .

Sapere tuttavia che fra gli elettori dai 18 ai 25 anni il partito X è il favorito con, per ipotesi, il 30% di propensi a votarlo, dice poco.

Dice poco se non conosciamo (e non sono riuscito a trovare dati in merito) qual è il numero degli elettori di quella fascia, assoluto e in proporzione con le altre classi di età.

Personalmente ritengo che la fascia dei più giovani, quella che dovrebbe oltretutto differenziare la Camera dal Senato, non abbia un grande peso, soprattutto in considerazione della denatalità cui assistiamo da decenni.


Non essendo il nostro un Paese "per" vecchi, ma sicuramente "di" vecchi", questi ultimi avranno il peso determinante per i risultati del voto.
Credo che in questa fascia si possano collocare (così ci rientro anch'io!) gli elettori dai 55 anni in su.

Gli esiti del voto in realtà sono difficilmente prevedibili.

Oltre agli elementi che ho succintamente esposto, si dovrebbe tener conto dell'astensionismo, forse anch'esso distinto per fasce di età, e delle norme elettorali, a seguito delle quali difficilmente i seggi parlamentari che verranno assegnati rispecchieranno il gradimento assoluto su base nazionale ricevuto dalle varie forze politiche.

Spero comunque che le medesime forze politiche, le quali sono volute andare al voto con questa (rinnovata?) legge elettorale, non se ne facciano poi scudo per lamentare eventuali asserite impossibilità di "avere una maggioranza".

Richiamarci nuovamente al voto a pochi mesi di distanza sarebbe una tragica beffa, della serie "ritenta sarai più fortunato" (ma quando mai?).


i giornali di marzo
elezioni 2013 - II

lunedì 5 febbraio 2018

Da Roma A Macerata (Pamela)

Dice la mamma straziata "anche Pamela se fosse ancora viva sarebbe inorridita per questo atto di odio"... (*)

Un prezioso pensiero che fa onore a lei e alla figlia perduta.

Mi permetto io di aggiungere, molto sommessamente, che ridurre la storia della povera Pamela all'evento della sua tragica morte è avvilente.

Riduttivo ed avvilente verso di lei e verso i suoi cari, che credo abbiano tutti percorso un doloroso cammino disseminato da alternanze di speranza e sofferenza.




Temo inoltre che gli stessi i quali ne strumentalizzano il povero (sacro) corpo straziato, facendone oscenamente vessillo di richiamo alla Conservazione e all'Ordine, proprio nel nome di quell'Ordine, se la fine del povero sacro corpo fosse sopraggiunta solitaria, nel buio di un vicolo deserto, ebbene, quegli stessi paladini ne avrebbero parlato come di una "tossica" perduta, una viziosa che che la sua fine se l'era cercata.

Gli stessi paladini magari avrebbero anche caricato ipotetiche colpe educative sopra ai genitori, perché a questi invasati interessa solo inquadrare un bersaglio, non vogliono sentir parlare di un contesto sociale che può influenzare negativamente le persone, no, perché ogni Individuo è il solo responsabile delle proprie azioni.

Salvo ricorrere invece al tanto vituperato contesto se c'è da invocare comprensione verso chi si mette a sparare contro i neri di Macerata, che poi (ho letto anche questo, nonostante le cause della morte di Pamela siano ancora ignote) "mica vorrai mettere sullo stesso piano la morte della ragazza col ferimento, oltretutto lieve, di 6 persone....", volendosi con ciò sottolineare la nobiltà del movente vendicativo.

Sorvegliamo meglio i nostri pensieri e le nostre parole, che allora anche le azioni ne usciranno migliorate.


il Cireneo
il disagio che nasce dall'agio