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lunedì 5 febbraio 2018

Da Roma A Macerata (Pamela)

Dice la mamma straziata "anche Pamela se fosse ancora viva sarebbe inorridita per questo atto di odio"... (*)

Un prezioso pensiero che fa onore a lei e alla figlia perduta.

Mi permetto io di aggiungere, molto sommessamente, che ridurre la storia della povera Pamela all'evento della sua tragica morte è avvilente.

Riduttivo ed avvilente verso di lei e verso i suoi cari, che credo abbiano tutti percorso un doloroso cammino disseminato da alternanze di speranza e sofferenza.




Temo inoltre che gli stessi i quali ne strumentalizzano il povero (sacro) corpo straziato, facendone oscenamente vessillo di richiamo alla Conservazione e all'Ordine, proprio nel nome di quell'Ordine, se la fine del povero sacro corpo fosse sopraggiunta solitaria, nel buio di un vicolo deserto, ebbene, quegli stessi paladini ne avrebbero parlato come di una "tossica" perduta, una viziosa che che la sua fine se l'era cercata.

Gli stessi paladini magari avrebbero anche caricato ipotetiche colpe educative sopra ai genitori, perché a questi invasati interessa solo inquadrare un bersaglio, non vogliono sentir parlare di un contesto sociale che può influenzare negativamente le persone, no, perché ogni Individuo è il solo responsabile delle proprie azioni.

Salvo ricorrere invece al tanto vituperato contesto se c'è da invocare comprensione verso chi si mette a sparare contro i neri di Macerata, che poi (ho letto anche questo, nonostante le cause della morte di Pamela siano ancora ignote) "mica vorrai mettere sullo stesso piano la morte della ragazza col ferimento, oltretutto lieve, di 6 persone....", volendosi con ciò sottolineare la nobiltà del movente vendicativo.

Sorvegliamo meglio i nostri pensieri e le nostre parole, che allora anche le azioni ne usciranno migliorate.


il Cireneo
il disagio che nasce dall'agio

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